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Malattie cardiovascolari, diabete e obesità minacciano la donna

Sanità pubblica Redazione DottNet | 13/12/2016 13:24

Sono causa di morte per una donna su due. I dati dell'Osservatorio Onda

Le malattie cardiometaboliche rappresentano un problema molto diffuso tra la popolazione femminile con un significativo impatto in termini di comorbilità e mortalità. Si stima infatti che rappresentino la causa di morte per più una donna su due. Diverse sono le problematiche coinvolte, dalle malattie cardiovascolari, al diabete, al sovrappeso e obesità, sino ai tumori.

Per contribuire a migliorare la qualità e l’accesso ai servizi sanitari per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento di queste malattie Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, ha voluto porre in evidenza e premiare con un apposito riconoscimento le migliori competenze degli ospedali italiani appartenenti al network dei Bollini Rosa nell’ambito delle malattie cardiometaboliche. Le strutture vincitrici sono state premiate oggi, presso la Fondazione culturale San Fedele, alla presenza delle Autorità cittadine e degli specialisti coinvolti nella tematica.

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Dal Libro Bianco sulla salute della donna 2016 promosso da Onda emerge come le malattie cardiovascolari costituiscano la principale causa di mortalità e disabilità nella popolazione femminile di età superiore ai 50 anni. È noto, infatti, che nel genere femminile queste malattie hanno un esordio posticipato di circa 10-15 anni rispetto a quanto accade negli uomini, per l’azione protettiva degli ormoni estrogeni. Si stima inoltre che il 55% delle donne morirà per malattie cardiovascolari contro solo il 43% degli uomini. Tra i fattori di rischio, accanto a quelli “tradizionali” come ipertensione arteriosa, tabagismo, diabete mellito, età e sovrappeso, si evidenziano fattori specifici per il sesso femminile, come menopausa, sindrome dell’ovaio policistico, malattie autoimmuni e malattie associate alla gravidanza.

Il diabete e le problematiche legate al peso, nonostante siano peculiari nella popolazione maschile, nelle donne, se presenti, possono provocare un severo impatto sulla salute in generale comportando l’insorgenza di malattie importanti a livello cardiovascolare, oncologico e muscoloscheletrico. Il diabete, infatti, è l’ottava causa di morte negli uomini (3,1%) mentre ha un maggior impatto sul genere femminile essendo la sesta causa di morte con il 3,9% dei decessi totali e nelle donne aumenta da 3 a 7 volte il rischio di andare incontro a malattia coronarica rispetto agli uomini diabetici. Inoltre, le donne diabetiche hanno una maggiore prevalenza di obesità e ipertensione arteriosa, un peggior controllo dei valori di glicemia e colesterolo e maggior rischio di trombosi. Per quanto riguarda il sovrappeso, nonostante sia più diffuso tra gli uomini che tra le donne (44,8% vs 28,2%), così come l’obesità (10,8% vs 9,7%), gli effetti sulla salute variano considerevolmente rispetto al genere. Secondo numerosi studi, sovrappeso e obesità nelle donne sono associati in modo significativo con aumentato rischio di diabete di tipo 2, diverse forme di tumori e malattie cardiovascolari, ad esempio aumentando il rischio di malattia coronarica del 64%, contro il 46% registrato negli uomini.

Le malattie cardiometaboliche sono sempre più diffuse nella popolazione femminile e meritano un’attenzione particolare in quanto patologie complesse e multifattoriali con un forte impatto sulla salute generale della donna. A parità di rischio cardiovascolare, le donne continuano a ricevere meno frequentemente terapie farmacologiche o comportamentali di prevenzione rispetto a quanto accade nella popolazione maschile in tutte le fasce di età”, sottolinea Francesca Merzagora, Presidente di Onda. “Per questi motivi Onda ha deciso di realizzare sul tema diverse attività tra cui, quest’anno, il Concorso Best Practice, coinvolgendo gli ospedali con i Bollini Rosa. Il nostro obiettivo è contribuire alla promozione di percorsi di prevenzione, diagnosi e cura declinati al femminile che tengano conto delle differenze genere-specifiche”.

Sono pervenuti 92 servizi da parte di 67 ospedali candidati, di cui 43 al Nord, 9 al Centro e 15 al Sud e nelle Isole. Un apposito Comitato ha assegnato 2 riconoscimenti: una targa alle “Best Practice” per le strutture eccellenti e una pergamena con le “Menzioni speciali” agli ospedali comunque attenti e impegnati sul tema.

Sono stati premiati come Best Practice: l’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle - Ospedale S. Croce (Cuneo-Piemonte), l’Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico (Bari-Puglia), l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana (Pisa-Toscana), l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (Milano-Lombardia), l’Istituto Auxologico Italiano - IRCCS S. Luca (Milano-Lombardia), l’Ospedale Piero Palagi (Firenze-Toscana) e l’Ospedale Santo Spirito (Roma-Lazio).

Hanno ricevuto la Menzione speciale: l’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino–Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna (Torino-Piemonte), l’Azienda Ospedaliero Universitaria Senese (Siena-Toscana), l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (Milano-Lombardia), l’ASST Santi Paolo e Carlo - Ospedale S. Paolo di Milano (Milano-Lombardia), l’Ospedale Civile di Dolo (Dolo-Veneto), l’Ospedale Civile di Mirano (Mirano-Veneto), l’Ospedale San Bassiano di Bassano Del Grappa (Bassano del Grappa-Veneto) e l’Ospedale SS Annunziata di Savigliano (Savigliano-Piemonte).

Margaret Chan, segretaria dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma che lo stato di salute delle donne è l’indice più significativo dello stato di salute della stessa società”, commenta Daria Colombo, Delegata del Sindaco alle Pari Opportunità del Comune di Milano. “Partendo da questa convinzione, l’iniziativa di Onda, ancora una volta, contribuisce alla diffusione della cultura di una medicina di genere, oltre a stimolare il moltiplicarsi di modelli virtuosi per la prevenzione, diagnosi e cura delle patologie che colpiscono soprattutto le donne. L’amministrazione di Milano ha deciso di indirizzare la propria attenzione anche in particolare verso il genere femminile e di creare nella nostra città nove Centri Milano Donna, uno per ogni Municipio. Il primo step di questi centri sarà quello dell’orientamento in vari ambiti, incluso quello sanitario. Il confronto e la collaborazione con l’Osservatorio Onda sarà fondamentale per svolgere con efficienza la funzione di indirizzo e di individuazione dei percorsi in linea con il manifestarsi di specifici bisogni dell’utenza. Milano oggi è considerata la città dei diritti e noi ci auguriamo che anche per quanto riguarda il ruolo delle donne, il loro benessere, la loro parità, la nostra città possa costituire un punto di riferimento per il resto del Paese”.

“La sana alimentazione”, dichiara Maria Grazia Carbonelli, Direttore dell’Unità di Dietologia e Nutrizione dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma “inserita in un corretto stile di vita favorisce il mantenimento di una buona salute e di un'ottima qualità di vita.  Le donne in alcuni periodi come la gravidanza, l'allattamento, la menopausa sono più soggette sia a carenze nutrizionali sia allo sviluppo di obesità. Seguire le indicazioni della Mediterraneità ci aiuta a fare scelte salutari che favoriscono un ottimo stato di salute sia fisico che psichico".

“Fino a qualche anno fa le campagne di prevenzione si sono concentrate su patologie tipicamente femminili come il tumore alla mammella e dell’utero, trascurando invece le malattie dell’apparato cardiovascolare e metaboliche che rappresentano ancora la principale causa di mortalità e disabilità nella popolazione femminile di età superiore ai 50 anni”, afferma Maria Penco, Professore Ordinario di Cardiologia e Direttore della Scuola di Specializzazione Malattie Apparato Cardiovascolare dell’Università degli Studi L’Aquila. “Nonostante l’aumento crescente di dati pubblicati sulle differenze di genere, tali presupposti epidemiologici sono stati trascurati nella pratica clinica, e non si sono tradotti in una definitiva presa di coscienza da parte della comunità scientifica e della stessa popolazione femminile. L’iniziativa promossa e le motivazioni indotte per l’assegnazione dei premi rappresentano sicuramente un valido incentivo per sollecitare la comunità scientifica di cui faccio parte a migliorare non solo il trattamento ma anche la prevenzione cardiometabolica nel genere femminile”.

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